L’Average True Range, noto anche come ATR in breve, è un indicatore molto utile perché racconta istantaneamente come sta andando la volatilità dei mercati. Una ATR basso indica che il mercato è relativamente piatto con delle gamme di trading stretto: è quello che accade all’ATR Forex quando le sedute di borsa di una data valuta sono chiuse. Al contrario, un valore elevato di questo indicatore ci indica un mercato molto volatile.
Questo potrebbe non sembrare un indicatore molto utile, ma l’Average True Range può essere prezioso soprattutto se sei un commerciante veloce. L’ATR è infatti un segnale forte che la moneta si muove molto o poco. Di conseguenza, si può mettere in pratica una strategia di trading piuttosto che un’altra.
L’indicatore ATR non ti dice la direzione del movimento ma solo la volatilità, così una volta che si vede una forte crescita si dovrebbe dare uno sguardo anche ad altri indicatori tecnici per vedere se è una posizione di trading in cui vale la pena entrare. Le migliori posizioni sono quelle che corrispondono ad un crossover del MACD e / o ad un crossover dell’EMA, come l’EMA (5) che attraversa l’EMA (20), per esempio.
Per ulteriore conferma si possono anche utilizzare le bande di Bollinger, che forniscono un’altra misura della volatilità. Un breakout da fasce di Bollinger strette, in combinazione con un forte aumento dell’ATR da una base già bassa, è un ottimo segnale che una valuta sta per uscire da una gamma di movimento molto ristretta.
Nel complesso è sicuramente un valore da prendere almeno in consuiderazione. L’Average True Range di tanto in tanto sarà ottimo dato che ci darà immediatamente degli indizi su come i mercati sono volatili e anche se non sono degni di negoziazione. In definitiva, possiamo dire che è un ottimo indicatore da usare affiancato ad altri strumenti di trading più precisi.
John Bollinger consiglia di disegnare delle linee, poste al di sopra e al di sotto di una media mobile relativa ai prezzi di chiusura, costruite in base al valore assunto dalla deviazione standard.
Le bande posseggono le seguenti caratteristiche:
La tendenza è in prosecuzione se il prezzo si porta all’esterno della banda quando essa non risulta troppo inclinata
Un movimento che inizia all’interno di una banda conduce in genere nell’altra
Le bande si avvicinano alla media mobile quando la volatilità dei prezzi si riduce, tale circostanza è generalmente seguita da un brusco movimento del prezzo.
I rialzi ed i ribassi che conducono temporaneamente il prezzo al di fuori delle bande rappresentano spesso un movimento di esaurimento associato ad una inversione della tendenza.
Generalmente le bandi di Bollinger vengono tracciate ad una distanza del 2%.
I movimenti dei prezzi delle azioni posso essere molto volatili, una tecnica che permette di ovviare a questo fenomeno è l’uso della media mobile (moving average).
Una media mobile permette di smorzare le fluttuazioni dei prezzi per riprodurle attraverso una tendenza più regolare, in modo che le distorsioni siano ridotte al minimo. Nell’analisi tecnica sono utilizzate tre tipi fondamentali di medie mobili: semplice, ponderata ed esponenziale.
Media mobile semplice
La media semplice è la più utilizzata nell’analisi tecnica. Viene costruita facendo il totale di una serie di dati e dividendo per il numero delle osservazioni. Il numero risultante è conosciuto come media o media aritmetica semplice.
Detto ciò, una media mobile crescente indica un mercato forte mentre una decrescente denota debolezza. Cambiamenti nella tendenza dell’indice o del titolo che viene considerato non sono identificati dal cambio di direzione della media mobile, ma da una intersezione della media mobile da parte dell’indice medesimo. Un mutamento nella direzione del mercato, da ascendente a discendente è segnalato quando l’indice si porta sotto la propria media mobile. Un opposto insieme di condizioni segnaleranno la fine di una tendenza discendente. Poiché l’uso delle medie mobili offre segnali precisi di comperare e vendere, esso aiuta a eliminare un po’ dell’arbitrarietà associata alla costruzione e interpretazione delle linee di tendenza. Ecco alcune caratteristiche delle medie mobili:
Dato che una media mobile è una versione appiattita di una tendenza, la media in se stessa diventa un’area di supporto o resistenza.
Una media mobile bene impostata riflette il trend sottostante: la sua perforazione avvisa che può aver già avuto luogo un cambiamento di tendenza. Se la media è piatta o ha già cambia direzione, la sua perforazione da parte dell’indice è una prova discretamente valida che la tendenza precedente ha subito un’inversione.
Se l’intersezione avviene mentre la media mobile sta ancora procedendo nella direzione della tendenza prevalente, questo sviluppo dev’essere considerato come un preavviso che si è verificata un’inversione di tendenza. Per aver conferma si deve attendere un appiattimento o un cambio di direzione della media mobile stessa, oppure rivolgersi a fonti tecniche alternative.
In genere, più lungo è l’arco di tempo coperto da una media mobile, più grande è il significato di una segnale di intersezione.
Il cambiamento di direzione della media mobile costituisce generalmente un segnale più attendibile dell’avvenuta inversione di tendenza rispetto ad una sua semplice intersezione con il prezzo. Quando questo cambiamento si verifica nelle vicinanze di un punto di svolta del mercato, il segnale fornito risulta molto affidabile. Comunque, un cambiamento di direzione della media mobile si concretizza in genere solo dopo l’avvenuta inversione di tendenza e può quindi servire soltanto come un’ulteriore conferma.
Bisogna, quindi, pensare la media mobile come una sorta di “linea di tendenza mobile” la cui importanza è correlata, al pari delle trendline, alla propria estensione temporale, al numero delle volte in cui è stata testata o avvicinata, ed al proprio grado di inclinazione.
Media mobile ponderata
Solamente una media mobile centrata può rappresentare correttamente una tendenza da un punto di vista statistico. La centratura di una media mobile ritarda l segnale di una inversione di tendenza dell’indice o dell’indicatore che si sta misurando.
Una tecnica usata per risolvere questo problema è quella di ponderare i dati favorendo le osservazioni più recenti, permettendo di invertire una direzione molto più rapidamente di una media mobile semplice che è calcolata trattando tutti i dati nello stesso modo.
Ci sono numerosi modi per ponderare dei dati, il metodo più usato è quello in cui il dato nel primo periodo è moltiplicato per uno, il secondo per due, il terzo per tre e così via fino alla settimana più recente. I risultati del conteggio di ciascuna settimana vengono quindi sommati ma, anzicchè dividere il totale per il numero delle settimane, lo si divide per il totale dei pesi.
Nel caso della più sensibile media ponderata un avviso di inversione di tendenza è dato da un cambiamento nella direzione della media, piuttosto che da una intersezione.
Convergenza delle medie mobili
Un brusco movimento di prezzo è spesso preceduto da una fase in cui esso oscilla all’interno di una fascia orizzontale che gradualmente tende a restringersi. Una circostanza del genere rispecchia il sottile equilibrio creatosi fra compratori e venditori. Quando poi una parte ha il sopravvento, i prezzi tendono a muoversi seguendo una chiara tendenza.
Questa condizione viene evidenziata dal restringersi della distanza solitamente presente fra medie mobili di differente ampiezza temporale. La convergenza delle medie mobili evidenzia pertanto che un forte movimento del prezzo è probabilmente prossimo. Ma il segnale effettivo viene fornito dalla penetrazione delle linea di tendenza.
Medie mobili multiple
Per la determinazione della tendenza si utilizzano, spesso, contemporaneamente più di una media mobile. I segnali sono dati da una media mobile a più breve termine che ne interseca dal di sopra o dal di sotto un’altra a termine più lungo. Questa procedura permette di ridurre la possibilità di un inganno e tuttavia di dare l’avviso dei cambiamenti di tendenza abbastanza rapidamente dopo che si sono verificati. Due medie che sono state trovate attendibili nel determinare movimenti primari del mercato quando usate insieme sono le medie mobili di dieci e trenta settimane.
I segnali vengono dati quando la media di dieci settimane si muove al di sotto di quella di trenta e quest’ultima è a sua volta in discesa. Questo sviluppo avvisa che la tendenza principale è al ribasso. E non si considera che ci sia un’inversione finchè entrambe le medie non salgano simultaneamente, con la media mobile di dieci settimane più alta di quella di trenta. Se la media di dieci settimane dovesse salire al di sopra di quella di trenta mentre la media a più lungo termine sta ancora decrescendo (e viceversa), non si sarebbe ancora creato un valido segnale. Per definizione, questi segnali di avviso avvengono dopo l’ultimo massimo o l’’ultimo minimo dei prezzi azionari, e servono quale conferma dell’avvenuto cambiamento di tendenza, piuttosto che costituire essi stessi i reali punti di svolta.
Lo stocastico è stato introdotto da George Lane. Questo indicatore misura la “temperatura” del prezzo di chiusura di un titolo calcolato giornalmente. Oscilla, come all’RSI, tra valori compresi da 0 e 100.
Quando l’indicatore si avvicina a 100 significa che, il titolo, si sta avviando a segnare nuovi massimi di breve mentre quando è vicino allo 0 indica che il titolo sta registrando nuovi minimi.
La formula per il calcolo è:
%K = 100 x ((C-L5) / (H5 – L5))
C: ultimo prezzo di chiusura
L5: prezzo minimo degli ultimi 5 giorni
H5: prezzo massimo degli ultimi 5 giorni
Valori compresi tra 80 e 100 indicano un eccesso di domanda, mentre, valori sotto i 20 indicano un eccesso di offerta.
L’indicatore ADX ( Average Directional Index) è stato inventato da J. Welles Wilder, con lo scopo di valutare la forza del trend, sia al rialzo o al ribasso. L’ADX è un oscillatore che varia da 0 a 100 ma valori sopra 60 sono rari, un valore sotto 20 indica un debole trend, invece valori sopra 40 indicano un trend forte. Se il ADX è oltre 40 e comincia a scendere, può indicare il rallentamento della tendenza corrente.
Valori superiori a 15, come proposto da Wilder, lo rendono un indicatore affidabili.
Praticamente la direzione presa dall’ADX (e non il livello raggiunto) serve a confermare o meno la direzione di un trend in atto segnalando eventuali inversioni, anche se con un leggero sfalsamento nei tempi; caratteristica che lo rende idoneo a filtrare egregiamente i falsi segnali.
L’ADX è derivato da due indicatori: Positive Directional Indicator (+DI) e Negative Directional Indicator (-DI).
+DI misura la forza del movimento al rialzo su un dato periodo. Si sviluppa nel tempo esclusivamente con i valori positivi ottenuti dalla differenza (positiva) dei prezzi massimi di una seduta di borsa e la precedente.
-DI misura la forza del movimento al ribasso su un dato periodo. Si sviluppa, invece, esclusivamente con i valori negativi ottenuti dalla differenza (negativa) dei prezzi massimi di una seduta di borsa e la precedente.
Generalmente viene utilizzato un periodo di 14 barre, ma può essere modificato e adattato secondo le esigenze del mercato.
I segnali di vendita o acquisto sono generati dagli incroci degli indicatori +DI e -DI, precisamente quando +DI si porta sopra –DI (buy), e viceversa quando -DI si porta sotto +DI (sell). Maggiore è la distanza (divergenza) tra le linee dei due indicatori e tanta più forza direzionale esprimerà il trend al rialzo o ribasso sottostante.
C’è da dire che questo sistema quando il mercato è in trading range può produrre molti falsi segnali, quindi come ogni altro indicatore bisogna che sia utilizzato in congiunzione con altri in modo tale da confermare i segnali evitando le divergenze e i falsi segnali.